Work-Life balance, come ottenere benefici per azienda e dipendenti

Work-life balance, come ottenere vantaggi per azienda e lavoratoriPerseguire un modello aziendale che tenga conto del work-life balance, ossia dell’equilibrio tra lavoro e vita privata è sicuramente una scelta vincente. Offre diversi vantaggi non solo al lavoratore, ma anche all’impresa.

Come abbiamo già sottolineato in un post precedente, il work-life balance è un diritto sancito dal Parlamento europeo nel 2016. Una necessità di cui si parla sempre più frequentemente e riguarda i dipendenti sia delle grandi aziende che delle PMI, ma che in Italia stenta ancora a trovare spazio, nonostante siano aumentati i segnali positivi in questo senso.

work-life balance

Dipendenti felici e soddisfatti sono più produttivi e

maggiormente aperti al dialogo, più motivati, leali e concentrati nel raggiungimento degli obiettivi. L’azienda ne guadagna in termini economici e di reputazione. Come adoperarsi allora affinché si possa raggiungere allora questo equilibrio? Ci sono 3 passaggi fondamentali da cui prendere ispirazione per poter creare un modello di work-life balance che funzioni.

Ascoltare i propri dipendenti

Individuare le necessità e i desideri dei propri collaboratori è il primo passo. Capire cosa potrebbe aiutarli nel migliorare l’equilibrio tra lavoro e sfera privata, e cercare delle soluzioni che possa accontentarli, è un modo per lanciare un messaggio: l’azienda è al loro fianco e insieme si può crescere e svilupparsi. Ogni persona è diversa dall’altra ma tutti sono importanti. Le esigenze sono diverse tra chi ha una famiglia e chi invece è ancora alle prime esperienze professionali, ma si può trovare il modo per conciliarle tutte. Ad esempio concentrandosi sul welfare aziendale- come asili nido, assicurazioni, gestione attenta dei congedi- e offrendo la possibilità di smart working.

Investire sul training

Offrire corsi di formazione ed esperienze che possano arricchire la professionalità dei collaboratori non è solo un modo per fornire l’azienda di persone sempre più preparate e dinamiche, ma anche per gratificare i propri collaboratori e dare valore alle loro aspirazioni. La possibilità di coltivare interessi extra-lavorativi e la cura dei propri affetti si raggiunge così una vita professionale ricca di stimoli e in evoluzione. Questo non potrà che giovare sull’andamento generale dell’attività.

Dare l’esempio

È giusto aspettarsi che un proprio collaboratore lavori bene, anche duramente, e che in particolari occasioni possa impegnare anche più ore del solito nelle sue attività professionali (come nel caso di fiere o eventi particolari). Ma questa non deve essere una regola, anzi. I manager e lo stesso datore di lavoro devono dare il “buon esempio”. Devono mostrare come lavorare bene non significhi lavorare 70 ore a settimana e come il tempo libero sia importante. Chiamare sempre in azienda o rispondere alle email per questioni non urgenti quando si è in ferie, oppure continuare a intervenire nelle varie attività sebbene si sia fuori è un atteggiamento che lancia un segnale ben preciso ai dipendenti. E sentirsi in qualche modo spinti a fare lo stesso va a intaccare proprio il loro work-life balance.

L’equilibrio tra vita lavorativa e privata è la sfida che le aziende devono imparare a cogliere per innovarsi e crescere assieme ai propri collaboratori.

La Redazione

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