Lavoro agile: smart working amico della flessibilità

Un congruo compromesso tra lavoro e vita privata esiste? Si, lo smart working!

Le nuove tecnologie, già a partire dagli anni ’70, hanno consentito e favorito lo sviluppo del telelavoro, inteso come prestazione lavorativa fornita da un luogo diverso dalla sede aziendale, di norma corrispondente al domicilio del lavoratore. Da un po’ di anni a questa parte una nuova terminologia sta prendendo piede: lo smart working.  Di cosa si tratta in realtà? Coincide forse con l’ormai noto telelavoro e ad essere diverso è solo il nome che gli si da? Non esattamente…

Lo smart working rappresenta l’evoluzione concettuale del telelavoro. Recentemente regolamentato, lo smart working nasce con lo scopo di incrementare la competitività e conciliare in modo ottimale vita privata  e lavorativa del dipendente. Si realizza tramite accordo contrattuale tra le parti che ne definiscono modi e tempi di attuazione, il monte ore necessario e l’orario di lavoro. A differenza del telelavoro che prevede quale sede dove effettuare la prestazione lavorativa l’abitazione del lavoratore, lo smart working non prevede una postazione fissa. Il lavoratore può svolgere le sue mansioni ovunque egli voglia entro i limiti orari della sua giornata lavorativa così come concordato tra le parti e nel rispetto dei dettami dei contratti collettivi nazionali.

La regolamentazione dello smart working ha inoltre  introdotto il ”diritto alla disconnessione”, l’accordo scritto tra le parti deve prevedere infatti anche i tempi di riposo del lavoratore, e la struttura organizzativa e tecnica deve essere predisposta affinché possa permettere al lavoratore di disconnettersi in sicurezza. 

Per quanto riguarda il corrispettivo, è previsto che  lo smart worker abbia diritto  allo stesso trattamento economico dei lavoratori che prestano il proprio lavoro in sede.  Per i primi, però, svolgendo la loro prestazione al di fuori dei locali aziendali le modalità di esecuzione delle mansioni sono diverse come diverse sono le sanzioni disciplinari in caso di condotte differenti da quelle previste per ogni categoria di lavoratore.

 

Seppur per l’azienda lo smart worker implica l’investimento in strumenti per la comunicazione e la collaborazione, oltre a uno stipendio pari a quello percepito dai lavoratori in sede, sussistono delle utilità non indifferenti. L’azienda infatti riesce  a ridurre i costi dei luoghi fisici proporzionalmente al numero di dipendenti che lavorano in formula smart working. Inoltre, da alcune indagini effettuate mediamente gli smart workers tendono a lavorare più ore rispetto ai colleghi in sede. Più che portarsi il lavoro a casa, gli smart workers portano la casa a lavoro e questo ha un doppio effetto. Se il lavorare da casa li spinge a lavorare di più per dimostrare che riescono a lavorare bene e di meglio rispetto ai lavoratori in sede, il loro maggior sforzo è premiato dall’essere a casa, ma non solo, possono infatti lavorare seduti su una panchina in un parco, in un internet cafè  o dove meglio aggrada al lavoratore ottenendo così un notevole incremento della qualità della vita e non dimentichiamo che evitano in questo modo l’ansia, di Fantozziana memoria, di non riuscire a timbrare il cartellino in tempo e non perdere il tram o la metro affollatissima!

Green Communication: il ruolo dello storytelling nella sostenibilità aziendale

green storytelling, paesaggio

 

Il business storytelling quale mezzo di comunicazione di impatto per veicolare la filosofia green aziendale

 

La popolazione vegetariana e vegana è in continua crescita. Solo in Italia, secondo i dati dell’indagine Eurispes,  per il 2017 si stima che coloro che non consumano né carne né pesce siano circa l’8% della popolazione.

A questo punto ti starai chiedendo…

Cosa c’entra la popolazione vegetariana in Italia con il titolo di questo articolo? In realtà, una presenza importante di persone vegetariane e vegane nel nostro paese ha il suo peso anche per quanto riguarda la Green Communication attraverso lo storytelling.

L’essere  vegetariani è una filosofia di vita che parte dalla tavola ma tocca tutti gli ambiti della vita umana.  Chi è vegetariano o vegano, generalmente è una persona attenta alla salute propria e dell’ambiente che vive e lotta per un mondo green, consuma servizi e acquista prodotti di aziende che condividono la sua ideologia.

Corso di Business Storytelling

Ovviamente,  non sono solo i vegetariani a prestare attenzione all’ambiente ma se fai conto che già essi sono nel nostro paese un numero abbastanza consistente, potrai renderti conto facilmente di quanto importante sia per la tua brand reputation avvalerti dello storytelling al fine di comunicare l’impegno della tua azienda per il rispetto dell’ambiente. 

La sostenibilità ambientale è un tema molto caro alle persone, nonché potenziali clienti. Quando si parla di sostenibilità  il messaggio raggiunge la massa, non si tratta più di una piccola nicchia di persone, l’interesse per la tutela ambientale è frutto di un cambiamento di mentalità e sfruttare  questa scia può fare la differenza tra la tua azienda e la concorrenza.

Guadagnati la stima della tua audience

Usa lo storytelling per raccontare ai tuoi clienti e potenziali tali il tuo impegno per l’ambiente, per la salute del mondo e delle persone.

Rendi partecipe il tuo pubblico della cura che fondi nella scelta delle materie prime che devono essere di qualità ma allo stesso tempo anche frutto di un lavoro senza sfruttamento.

Fa in  modo che il tuo racconto sia veritiero e trasparente. Narra del tuo attivismo in ambito green in modo da generare un ricordo positivo nel cliente, la sua mente lo richiamerà  al momento opportuno.

Devi suscitare emozioni positive, legando il tuo marchio all’impegno per l’ambiente che il tuo cliente condivide con te.

Coca-Cola e gli altri…

Sono ormai tantissime le aziende, sia a livello nazionale sia internazionale, che puntano decise sulla green communication. I consumatori sono diventati più informati e consapevoli, e prima di scegliere un prodotto o servizio cercano di capire con chi hanno a che fare, eticamente parlando.

Lo confermano le rilevazioni in tutto il mondo: gli aspetti etici , in particolare tutto ciò che riguarda gli atteggiamenti e i comportamenti delle imprese nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori, sono tra i fattori che influenzano in maniera più decisiva le propensioni d’acquisto dei consumatori globali.

Ci sono tantissimi esempi di green storytelling ben fatto (quanto sia veritiero è un altro discorso – ndr) a livello planetario. Uno dei precursori in tal senso è certamente Coca-Cola, che già da anni ha fatto del suo sito un vero e proprio magazine, con all’interno una sezione tutta dedicata alle iniziative green e agli obiettivi raggiunti in tema di tutela ambientale.