5 azioni per migliorare l’ambiente di lavoro e motivare il tuo team

ambiente di lavoro felice
ambiente di lavoro felice
Ambiente di lavoro felice: un impiegato con sulla fronte un post-it con la scritta ‘be happy’
Una persona felice è un collaboratore felice. Migliorare l’ambiente di lavoro e rendere più facile la vita dei membri del proprio team incrementa la loro motivazione con notevoli benefici per l’attività aziendale.

In un precedente articolo abbiamo visto come nuove modalità di svolgimento della prestazione lavorativa possano migliorare le performance del lavoratore e dell’impresa, rappresentando un equo compromesso tra la vita privata e la produttività sul lavoro. Purtroppo, però, lo smart working non è applicabile ad ogni mansione e tipologia di lavoro, pertanto, per queste categorie, è necessario individuare un’altra soluzione.

La motivazione e la felicità sul luogo di lavoro sono elementi essenziali affinché il lavoratore possa svolgere con serenità la propria mansione lavorativa infondendo il massimo impegno. Tra i fattori che minano la motivazione vi è l’impatto che lo svolgimento del lavoro ha sulla qualità della vita del dipendente.

Come è possibile per il datore di lavoro rendere l’ambiente lavorativo idoneo a favorire la motivazione nel proprio team?

 

1. Organizzare gli orari di lavoro in maniera flessibile. 

La flessibilità è una dote che spessoorario di lavoro flessibile le aziende richiedono al lavoratore ma sembra purtroppo essere una richiesta che manca di reciprocità.  Pertanto il lavoratore viene chiamato a prolungare la sua prestazione lavorativa o in alcuni casi ad abbreviarla solo in funzione dell’attività aziendale, in relazione a picchi e cali di lavoro.

Non dimentichiamoci però che il rischio di impresa è a carico dell’imprenditore e per i periodi di maggior lavoro deve prevedere l’inserimento di nuovi collaboratori e nei periodi di calo organizzare le attività senza influire sulla vita del lavoratore. Inoltre, sarebbe equo mostrare una certa tolleranza sugli orari anche quando è il lavoratore a manifestare un’esigenza non prevedibile  e in ogni caso temporanea.

2. Fornire ai lavoratori strumenti idonei e professionali per eseguire il proprio lavoro.

Gli strumenti utilizzati nello svolgimento del proprio lavoro non sempre sono all’avanguardia, senza esagerare certamente non si pretende di avere l’ultima versione di un software  o l’ultimo modello di un pc, del resto però l’età della pietra è superata! Esistono sistemi gestionali pensati per gestire al meglio le attività aziendali e pure ci si ostina in alcuni casi, per poca voglia di investire o timore delle economie di apprendimento a usare dei software che hanno fatto storia ma che ora sono alquanto superati.

Il lavoratore si trova così a svolgere il proprio lavoro con il computer che si blocca e ad impazzire nella ricerca di informazioni per via del sistema di archiviazione obsoleto.

Go to Better Management

3. Incentivare il lavoratore con premi e percorsi di carriera definiti.

Per quanto possa piacerci la nostra mansione e sentirci già soddisfatti, il desiderio di evolvere è insito nella natura dell’uomo che desidera avere sempre  di più, non solo per quanto riguarda il corrispettivo economico ma anche sotto l’aspetto professionale, per la propria realizzazione.

Creare dei percorsi di carriera chiari che lo rendono possibile è un incentivo notevole così come veder riconosciuto il proprio impegno attraverso dei premi.

4. Sostenere il lavoratore e la sua famiglia.

Rendere più facile la vita del lavoratore fuori dal contesto strettamente lavorativo non è solo favorevole all’azienda per quanto riguarda il prestigio aziendale, ma anche sotto l’aspetto delle performance del lavoratore.

Se si è più tranquilli su dei temi quali la salute ad esempio o la scuola dei figli si riesce a lavorare meglio. Seppur il welfare dovrebbe essere materia statale, quando tutto manca, anche le aziende possono fare la la loro parte mediante la creazione di asili aziendali, ad esempio, oppure mettendo a disposizione del lavoratore un’assicurazione integrativa.

5. Offrire un ambiente di lavoro piacevole e sano per i momenti di pausa. 

Durante lo mensa aziendalesvolgimento dell’attività lavorativa vi sono delle interruzioni programmate, come la pausa pranzo, ad  esempio, e quando necessario,  il dipendente può concedersi una pausa caffè.

Rendere gli spazi dedicati a questi momenti, arieggiati e luminosi, permette al lavoratore di staccare davvero per quei pochi minuti e ricaricarsi. Dove presente una mensa aziendale, proporre un menù sano ed equilibrato, rende il lavoratore più attivo e in salute.

Fonte: ”Qualità della Vita in Azienda, Motivazione e Welfare: gli elementi chiave del futuro di una PMI Italiana” (Sodexo) 

Personas: cosa sono e perché sono importanti per il tuo business

personas

Conoscere tutti i propri consumatori sarebbe l’ideale, ciò ovviamente non è possibile ma in nostro aiuto arrivano le ”personas” attraverso le quali possiamo dare un volto ai nostri clienti.

” Un buon marketer vede i consumatori come esseri umani completi, con tutte le sfaccettature proprie delle persone reali.”
                                                                                                                                                                  (Jonah Sachs)

No, non c’è un errore nel titolo, non mi sono sbagliata, volevo scrivere esattamente quello che ho scritto, ”personas”, e non persona o persone…

Bene, allora se non ci sono errori e questo termine è scritto in modo corretto… cosa sono le personas?

Si tratta di ”personaggi” fittizi che vengono creati  sulla base di dati, demografici e comportamentali, che ”impersonano” i tuoi clienti tipo. Per quanto siano immaginari rispecchiano molto la realtà in quanto vengono creati partendo da dati reali.

Lavorare con le personas è l’evoluzione naturale della nota targettizzazione del mercato, rispetto al passato, però, oggi disponiamo di una miriade di informazioni in più.

L’avvento dei social e della tecnologia ha fatto si che con la condivisione ogni giorno si crei un flusso personasdi informazioni inimmaginabile che, opportunamente filtrato, serve su un piatto d’argento il profilo del consumatore tipo.

Basti pensare che anche chi non ha conoscenza alcuna di marketing e di segmentazione del mercato, dal profilo facebook di una qualsiasi persona, a meno che quest’ultima non abbia ”blindato” la propria pagina sotto l’aspetto della privacy, può sapere quali sono i suoi piatti preferiti, le mete di viaggio che ama, che musica ascolta e che genere di film va a guardare al cinema.

Se una persona qualunque riesce ad ottenere tutte queste informazioni, è facile intuire con quale precisione è possibile profilare un ipotetico consumatore tipo avvalendosi di appositi strumenti e tecniche.

Perché è importante definire le personas?

personasGrazie al metodo delle personas, ti sarà più facile comprendere i tuoi clienti, attuali o potenziali. A livello di progettazione dei prodotti o dei servizi che offri già o intendi offrire, riuscirai a predisporre un’offerta mirata a soddisfare le esigenze dei clienti e in alcuni casi, ad anticipare quelle che diverranno tendenze di successo in futuro.

Sotto l’aspetto della comunicazione, potrai creare contenuti personalizzati sulla base dei gusti, delle preferenze di acquisto e del carattere delle diverse tipologie di utenti. Creare le personas, a livello operativo, ti permetterà di:

  1. Definire al meglio il tuo piano marketing allocando le risorse in campagne mirate che ti garantiranno un maggior tasso di conversione;
  2. Riallocare e gestire in ottica funzionale le risorse umane componenti il tuo team;
  3. Individuare il linguaggio che le tue personas usano e utilizzarlo a tua volta per parlar loro in una lingua comune;
  4. Segmentare in modo accurato il tuo database dei contatti e avvalertene per l’email marketing;
  5. Progettare una linea editoriale mirata da seguire sul blog/sito aziendale.

Come creare delle personas?

Affinché l’impiego del metodo delle personas possa esserti davvero utile, il profilo dei clienti va sviluppato in modo accurato, sulla base di informazioni reali, attendibili e approfondite.

I dati che utilizzerai dovranno essere dati reali e aggiornati. L’impiego che ne farai dovrà rispettare i criteri dell’inferenza statistica ma non solo, dovrai essere capace di cogliere quelle sfumature che sfuggono alle regole dei grandi numeri.

Sì, ma come?

Nel prossimo articolo parleremo proprio delle tecniche e degli strumenti utilizzati per definire le personas…

Stay tuned!

 

Team building – La creazione di un team di successo

team building

Investi nel team bulding! Costruire un valido gruppo di lavoro è fondamentale per creare valore di lungo periodo per la tua impresa.

Del team building, in tempi recenti, si sente parlare sempre più spesso. Le aziende hanno cambiato la loro concezione delle persone, passando da un approccio basato sulle competenze del singolo collaboratore  a una visione di insieme del gruppo di lavoro. Il team bulding si occupa proprio di questo, è infatti  un insieme di attività formative nell’ambito del people management che mirano alla creazione di un gruppo che raggiunge il massimo valore nel suo insieme, in modo coordinato e integrato.

All’interno dell’impresa, nella quotidianità lavorativa o nella gestione di un progetto specifico è ormai assodato che la somma delle competenze delle persone esplicate in modo unitario supera nettamente il beneficio derivante dalle qualità professionali del singolo collaboratore.

Se in passato ci si focalizzava solo ed esclusivamente sulle skills dell’individuo, e si analizzava il curriculum   seguendo  schemi rigidi di valutazione, oggi, invece, anche se il CV resta il punto di partenza si va oltre alle sole competenze professionali esplicitate nel curriculum, si valuta anche l’intelligenza emotiva. Si cerca di carpire le attitudini dell’ ipotetico collaboratore, per cercare di comprendere se sarà in grado di portare valore aggiunto al team. Del resto, come per un ingranaggio così per un’organizzazione aziendale, è necessario che il singolo componente sia forgiato a regola d’arte ma deve essere in grado di girare e incastrarsi con gli altri alla perfezione affinché il meccanismo funzioni.

formazione team di lavoroE’ palese che affinché si possa raggiungere l’obiettivo di costruire un team coeso e capace di creare valore, all’interno dell’impresa è necessario investire tempo e risorse. Fare team building non è così semplice come si possa pensare, formare un team capace di lavorare bene insieme, nonostante diversità di competenze e carattere di ogni collaboratore richiede temperamento, intuizione e qualità di coordinamento.  Tutto il lavoro che richiede il team building viene ripagato però dalla creazione di valore di lungo periodo per l’impresa, e il team creato riuscirà a far fronte alle problematiche aziendali anche in momenti di forte stress o di crisi.

Al contrario, se non si investe nella costruzione del  team, in momenti in cui l’azienda versa in cattive acque è destinata a soccombere. Un team che manca di coesione non riuscirà a far fronte agli intoppi che l’azienda potrà trovare nel suo percorso di crescita.

Chi si occupa della creazione del gruppo di lavoro, dovrà riuscire a far emergere il massimo delle potenzialità di ognuno dei membri. L’attività di team building non deve però essere svolta una tantum, ossia non deve morire appena terminata la scelta dei collaboratori inseriti nel team ma deve essere un’attività costante e continuativa nel tempo. Solo così si potranno ottenere ritorni positivi e le azioni intraprese saranno performanti.

coesione teamPer favorire la coesione del team, il manager, leader o responsabile delle risorse umane è bene che oltre a favorire la collaborazione durante le ore canoniche di lavoro, si attivi anche con altri interventi di tipo ludico-ricreativo. Giornate di formazione seguite da cene aziendali, attività sportive o musicali sono l’ideale. I collaboratori avranno la possibilità di fare ”squadra” al di fuori e all’interno del contesto lavorativo.

Seppur debba esserci una certa omogeneità affinché il gruppo possa lavorare bene, fare una buona attività di team building significa riuscire a valorizzare le competenze del singolo, nella loro diversità, all’interno del team. Lavorare sulla creazione del team è un investimento che ripaga nel lungo termine ma ne vale assolutamente la pena. Le aziende moderne non possono non investire nel team building se vogliono creare valore e vantaggio competitivo.

 

Intelligenza Emotiva: requisito essenziale per il manager di successo

Perché l’intelligenza emotiva è più importante del QI

” La leadership implica la capacità di stimolare l’immaginazione delle persone e di ispirarle così da spingerle nella direzione desiderata. Per motivare e guidare gli altri, ci vuole qualcosa di più del semplice potere.” (Daniel Goleman)

Negli ultimi decenni, abbiamo assistito all’affermarsi di un nuovo metodo di valutazione dell’intelligenza delle persone. Se in passato il test del quoziente intellettivo era l’unico sistema standardizzato per misurarla, oggi si sta affermando una nuova forma di intelligenza che il test del QI non è in grado di valutare: l’intelligenza emotiva (QE).

QE vs QI: le differenze

QI indica il quoziente intellettivo che viene calcolato attraverso appositi test ed esprime l’intelligenza di una persona, tenendo conto della sua età anagrafica e mentale. Ad esempio se un bambino di 7 anni, risponde al test come la maggioranza dei suoi coetanei avrà un punteggio che lo colloca tra coloro con QI nella media. Se invece, risponde al test come mediamente risponderebbe un bambino di 10, il suo quoziente intellettivo sarà più alto rispetto alla media e ne deriva che il bambino è dotato di intelligenza superiore. A livello empirico sembra che chi ha un QI più alto avrà una carriera accademica brillante e sarà in grado di guadagnare di più rispetto a chi ha un QI più basso.

Con QE si indica l’intelligenza emotiva, che consiste  nella capacità degli individui di captare, controllare e esprimere emozioni. Avere un alto QE non implica avere anche un alto QI e viceversa, in questi casi quale è importante privilegiare per una valutazione dell’intelligenza della persona? A livello nozionistico, per quanto riguarda conoscenze strettamente tecniche e accademiche, il QI batte il QE nella vita pratica e soprattutto in ambito professionale chi presenta una maggiore intelligenza emotiva riesce ad ottenere migliori risultati. La spiegazione è da ricercarsi nella maggiore consapevolezza che tali persone hanno di se stessi e per tanto hanno maggiore controllo sulle proprie azioni, presentano maggiore motivazione e empatia verso gli altri. ììSono più consapevoli di se stessi, più in grado di regolare le loro azioni, sono in grado di gestire meglio la responsabilità, sono motivati e hanno empatia per gli altri.

intelligenza emozionale

Al manager del passato non erano richieste abilità a livello emotivo, era sufficiente che elaborasse le strategie, impartisse ordini e si assicurasse che venissero eseguiti. Tra i test che il manager sosteneva per divenire tale affrontava anche quelli basati sul QI, alla ricerca di relazioni logiche e conti da far tornare. Oggi non basta più, il lavoratore è innanzitutto persona, e le persone sono fatte di emozioni. Se il manager non riesce a leggerle e comprenderle resterà al vertice di un circuito di cui vede solo la copertura esterna ma non riesce ad accedervi internamente e diventarne parte. Attualmente le aziende, in buona parte, vedono ancora al comando ”analfabeti emozionali”, che non riescono a cogliere l’importanza delle relazioni, emozioni e empatia all’interno dell’azienda, al fine di lavorare in armonia e con maggio rendimento.

Il ruolo del Systems Thinking nell’innovazione manageriale

systems thinking, professionista al computer

systems thinking, professionista al computerSystems Thinking: per innovare la tua impresa comincia dal management

“Le attività umane sono sistemi ma noi ci concentriamo su istantanee di parti del sistema: poi ci domandiamo perché i nostri problemi non si risolvono mai.”  (P. Senge)

La società nella quale viviamo è altamente complessa, in costante evoluzione e caratterizzata da una miriade di problematiche, alcune in parte prevedibili altre del tutto inattese. Affinché sia possibile agire efficacemente di fronte a qualsiasi scoglio è necessario estendere la propria percezione oltre il singolo elemento in una visione di insieme di situazioni interconnesse.

Il manager all’interno del sistema aziendale dispone di una quantità di informazioni massiva, in questo contesto riuscire a isolare quali di esse siano davvero rilevanti non è impresa da poco. Per quanto pragmatico e concreto possa essere il management aziendale risulta comunque un arduo compito.

Grazie al Systems Thinking è possibile, attraverso modelli e regole, comprendere le  connessioni tra le singole sistema innovazionecomponenti del sistema impresa e filtrare, a livello sistemico,  le informazioni che non devono assolutamente sfuggire da quelle meno rilevanti. Alla base di tutto ciò vi è un complesso insieme di eventi, relazioni, rapporti causa – effetto che possono essere colti in modo corretto e secondo il giusto peso solo se si sviluppa una capacità di visione globale.

Fin dai primi anni di scuola ci viene insegnato a scomporre il problema complesso in sotto-problemi facilmente risolvibili, se in alcune situazioni questo approccio può anche funzionare in altre diventa alquanto limitante. Ragionare per algoritmi, scomporre per poi ricomporre, comporta la considerazione di ogni elemento come un’entità a sé stante,  singolarmente e decontestualizzata. In questo modo si perde la visione di insieme e non si è in grado di valutare l’impatto che ogni singolo componente genera sul complesso sistema aziendale. E’ come se per un trapianto di un organo si valuti solo lo stato dell’organo stesso senza tener conto che dovrà essere impiantato in un corpo capace di accoglierlo e adattarsi all’elemento estraneo. Senza valutare lo stato di salute del paziente e stimare la reattività dell’intero organismo all’introduzione del nuovo elemento si rischia il rigetto e le relative conseguenze negative.

Il pensiero sistemico fa grande il manager

Per l’impresa funziona allo stesso modo, il pensiero sistemico è necessario al manager, così come a tutti coloro che sono chiamati di continuo a prendere decisioni, per poter approcciarsi alle problematiche in modo concreto e operativo cogliendo tutte le interconnessioni essenziali all’organizzazione aziendale.

Il Systems Thinking permette di estendere la propria visione dei problemi cogliendo le sfumature che sfuggono ad un approccio di tipo specialistico, consente inoltre di migliorare la comprensione di una problematica complessa attraverso la percezione delle cause che la generano.

systems thinking

In un’ottica operativa il pensiero sistemico è applicabile ad ogni funzione aziendale, è utile nella scelta di nuovi collaboratori, migliorare la comunicazione, valutare l’introduzione di un nuovo prodotto o lo sviluppo di un nuovo ramo di azienda.

Ciò che distingue  un ”pensatore sistemico” da un analista è che quest’ultimo di fronte all’ingranaggio bloccato si focalizza sul problema, sull’effetto manifestato ossia ”l’ingranaggio è bloccato”. Il pensatore sistemico, oltre ad agire sull’effetto riesce a cogliere anche la causa contestualizzata. Il suo obiettivo non è solo rimuovere l’ostacolo ma è garantire un funzionamento ottimale del sistema, in modo che con gli incastri giusti l’ingranaggio torni a girare.

Innovation management: 3 domande da porsi prima del lancio del programma

Innovation mangement, lampadina accesa su piano di legno

Tre domande a cui dovrai saper rispondere per essere davvero pronto a innovare la tua azienda

L’innovazione non si improvvisa ma è il risultato di un processo sistematico che ingloba varie fasi: studio della situazione aziendale e conseguente strategia, monitoraggio e controllo. La prima cosa da fare è analizzare la propria realtà imprenditoriale mediante un approccio basato sulla condivisione, al fine di rendere più agevole la fase di adozione della strategia.

Dopo aver svolto un’attenta analisi, è fondamentale che la strategia risultante sia indirizzata a un progetto di ampio respiro che sia coerente con il contesto aziendale di riferimento e lo accompagni verso il cambiamento attraverso una transizione graduale.

Nel momento in cui si decide di lanciare un programma di Innovation Management è bene progettare un percorso allineato con gli obiettivi aziendali. In fase di progetto tutto sembra fattibile e raggiungibile con il minimo sforzo, ma a un certo momento in cui si parte davvero e tutto appare meno semplice.

innovation management

Spesso accade infatti che a programma iniziato, di fronte ai primi ostacoli o difficoltà, sorgano mille dubbi e domande, che magari, con un po’ più d’attenzione, potevano essere anticipate nella fase di analisi.

Per quanto un programma di innovation management non sia un qualcosa di irreversibile, come in ogni ”ristrutturazione”, tornare indietro comporta costi elevati, pertanto è bene che se ci sono questioni inevase o aspetti non chiare e definite emergano prima dell’avvio. Sicuramente, in corso d’opera, emergeranno comunque dubbi e incertezze che non si potevano prevedere o dei quali non si avvertiva la rilevanza fino alla manifestazione, ma per tutto il resto è bene giocare d’anticipo.


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1.Perché le persone in azienda dovrebbe accogliere di buon grado un processo di innovation management?

Esistono due tipologie di persone, quelle aperte al cambiamento, che lo cercano e ne sono entusiasti e poi ci sono le persone restie ai cambiamenti. Delle due categorie quella più ampia è sicuramente la seconda.

I cambiamenti spaventano e, di questi tempi, sentir parlare di innovazione a livello gestionale spaventa per timore che il processo innovativo possa portare a dei tagli di personale.

innovation management

Bisogna fare in modo pertanto che le persone colgano gli effetti positivi che ne deriverebbero e di cui ne godrebbe sicuramente l’azienda ma anche il singolo nelle relazioni e nella vita lavorativa di tutti i giorni.

Un processo di innovazione deve permettere l’affermarsi di nuove idee e le persone devono essere coscienti che solo attraverso un percorso di innovazione potrà realizzarsi e sentirsi un tutt’uno con la realtà aziendale.

2. Abbiamo dei fondi oppure le nostre tasche sono piene solo di sogni?

Un cambiamento non è mai a costo zero, in termini di tempo e denaro. E’ bene avere le idee ben chiare su cosa si vuole fare e come finanziare il progetto. Il budget deve essere definito e, se è possibile, è preferibile che risulti assegnato alle diverse aree coinvolte nel progetto in modo che, in linea con le proprie competenze, ogni area possa autogestirsi disponendo di maggiore specializzazione su problemi e soluzioni relative alla propria funzione aziendale.

3. Azioni e tempistiche sono state programmate in modo tale da non stravolgere l’attività aziendale?

Ogni piano d’azione che si rispetti prevede dei tempi di attuazione, questi devono essere definiti e coerenti con i ritmi dell’attività aziendale.  Mentre si ”ristruttura”, lo show deve comunque continuare, il lavoro va portato avanti.

Pian piano si introdurranno le nuove procedure e si testeranno efficacia ed efficienza. Il personale deve avere modo di adattarsi al cambiamento introdotto dal piano di innovation management in modo che sia anche più favorevolmente predisposto ad accogliere l’innovazione.

Innovation management: come creare valore per l’impresa

innovation management, realtà virtuale

innovation management, realtà virtuale

Innovation management, quando la differenza la fanno le persone

Nell’economia attuale, caratterizzata da elevata concorrenza e da competitors all’avanguardia, a dominare non è più la produzione del prodotto, ma il servizio e quest’ultimo è reso da persone. Per questo è importante puntare sull’innovation management.

Se una nuova tecnologia è disponibile e, in termini di costo, è accessibile a tutte le aziende che operano in un medesimo mercato, il valore aggiunto creato dall’innovazione tecnologica è azzerato. La qualità e l’efficienza saranno sicuramente più elevate ma ogni azienda sarà simile all’altra. Disponendo della stessa tecnologia puntare a una leadership di prezzo risulterebbe una strategia fallimentare.

La differenziazione è data, a questo punto, dalle persone. La creazione del valore deve fare dell’immaterialità delle relazioni il suo perno. innovation mangement

Affinché la tua impresa possa garantirsi un’identità aziendale devi puntare sul tuo team. Avere a disposizione un team preparato e competente sotto l’aspetto professionale non è però sufficiente, devi riuscire a generare valore attraverso le relazioni tra le persone.

Tutto dovrà ruotare sulla capacità di fare squadra, di innovare e di essere disponibili all’apprendimento continuo, da non dimenticare che la felicità soggettiva e l’integrazione in un gruppo di lavoro sono dei punti essenziali per rendere al meglio e far bene il proprio lavoro.

Condivisione batte tecnologia

Un’azienda innovativa oggi non è quella che dispone della tecnologia migliore presente sul mercato ma è quell’impresa nella quale c’è comunicazione, c’è incontro e condivisione di intenti tra tutti gli attori aziendali, a cominciare dal capo per finire allo stagista appena arrivato.

innovation mangementDovrai imparare a gestire i rapporti e guidare il tuo team, stimolando la creatività di ognuno e dando loro la possibilità di esprimerla. Le idee sono alla base del successo di un’azienda, per questo motivo, vanno ascoltate e valutate anche qualora pervengano da chi ha un ruolo ”secondario” nell’organizzazione aziendale.

La tua impresa ha bisogno dunque di presidiare aspetti essenziali quali l’innovazione, la conoscenza e il cambiamento ma bada che non ci si improvvisa innovation manager, i rischi di inserire una persona non preparata nell’organigramma aziendale o cercare di adempiere a queste difficili mansioni in autonomia può essere addirittura controproducente.

Come puoi vedere, non si tratta di un compito facile, lasciati guidare da professionisti del settore, crea un team di successo e realizza così grandi progetti.

L’importanza di una visione d’insieme

L’innovation management non è una funzione aziendale assimilabile alle funzioni canoniche con cui un’impresa si confronta ogni giorno. E’ un qualcosa di più, una visione di insieme che permette alla ”macchina” azienda di funzionare mediante l’incastro perfetto di tutte le sue ”componenti”. Affinché ciò sia possibile è necessaria una progettazione alla base e una gestione continua.

Gestire un processo di innovazione manageriale implica l’interazione di tutti gli elementi e delle funzioni aziendali che permettono la creazione di valore. Puntando sulle relazioni, l’innovation management non  si ferma però alla sola gestione interna aziendale ma si estende anche all’esterno coinvolgendo fornitori, clienti e partner.

Public speaking: adottare le tecniche teatrali per migliorare le nostre performance

public speaking, spettacolo teatrale

Nel momento in cui capita di doversi confrontare con il public speaking spesso accade che la nostra performance non risulti ai livelli sperati. Nonostante il discorso sia stato studiato alla perfezione, nel momento in cui ci si trova il microfono davanti, l’ansia e l’essere impacciati…rischiano di rovinare la scena.

Riuscire a parlar bene in pubblico, infatti, è il risultato di un uso sapiente dei mezzi di comunicazione a nostra disposizione, la parola innanzitutto ma anche il linguaggio del corpo che potrebbe tradirci e rivelare le nostre incertezze. La soluzione? Ricorrere alle tecniche teatrali adottate dagli attori per acquisire sicurezza e una perfetta ”tenuta del palco”.

L’oratore condivide con l’attore il confronto con il pubblico, con il quale deve entrare in sintonia  e riuscire a catturarne l’attenzione facendo leva sul proprio carisma  e la propria personalità.

Pertanto, il training teatrale riesce a creare una sinergia tra mente e corpo e rende possibile trasmettere emozioni, grazie alle tecniche teatrali ci si mette in gioco e a ognuno è data la possibilità di scoprire nuovi aspetti della propria personalità, acquistando sicurezza e presenza scenica.

Il linguaggio verbale pur essendo il mezzo di comunicazione più utilizzato, in realtà, è in grado di catturare solo il 10% dell’attenzione e ridotta è anche la sua forza persuasiva. Il rimanente 90% è dato dal linguaggio del corpo, la mimica facciale, la forza dello sguardo, la gestualità, dicono molto di più delle semplici parole.

Corso di Public Speaking for Business

Quali sono le tecniche teatrali da sfruttare per migliorare le capacità di public speaking?

Innanzitutto è necessario imparare a gestire l’ansia e dominare le emozioni, anche la sola respirazione se attuata nel modo corretto può essere di grande aiuto per parlare in pubblico, infattì grazie alla respirazione diaframmatica è possibile gestire lo stress con notevoli benefici.

Respiro, voce  e postura hanno il loro peso in quanto a seconda della postura la voce può risultare tesa o rilassata.

Imparare le tecniche della respirazione è assolutamente utilissimo, così come la partecipazione e un laboratorio teatrale è utile per gestire l’imprevisto, imparare  a fare le prove e captare i segnali del pubblico.

C’è da dire che spesso l’apparire impacciati e timidi genera nel pubblico una sfiducia a priori e diventa difficile riuscire a dimostrare la valenza delle tesi che si sostengono nel discorso. Se da un lato apparire autentici gioca a favore dell’oratore dimostrare le proprie debolezze mina l’efficacia dell’eloquio. Pertanto, una delle tecniche usate nei laboratori teatrali e l’uso di una maschera neutra che azzera l’impatto della mimica facciale e permette di esprimere la propria espressività attraverso tutto il resto del corpo, così è più facile imparare a comunicare in modo autentico esprimendo emozioni e seguendo le sensazioni.

Lavorare in gruppo applicando le tecniche teatrali, permette di impersonare a momenti alterni il ruolo di osservatore e di osservato. Ciò permette di apprendere dagli altri migliorando la propria capacità di osservazione, non solo per quanto riguarda il gruppo di lavoro ma anche verso il proprio uditorio e regolare il tiro tenendo conto della reazione del proprio pubblico.

Rivedersi in un video permette all’oratore di rendersi conto dei punti critici del public speaking e quindi dal lavoro di gruppo ne deriva un beneficio per il singolo oratore, migliorando le performance con risultati esaltanti per la propria capacità di parlare in pubblico.

 

10 motivi per cui è fondamentale saper parlare in pubblico

parlare in pubblico, un vecchio comizio di Obama

parlare in pubblico, un vecchio comizio di Obama

L’importanza dell’arte oratoria è ben nota sin dall’antichità. Quando si pensa alla capacità di parlare in pubblico spesso la nostra mente richiama l’immagine dei grandi oratori del passato, capaci, grazie alla retorica e all’uso sapiente delle parole, di catturare l’interesse e mantenere viva l’attenzione della folla raggiungendo gli obiettivi della propria orazione. Non è però necessario scomodare i grandi oratori dell’età classica per intuire che un eloquio brillante abbia notevole rilevanza in ogni campo nella nostra vita, nella sfera privata e soprattutto in quella professionale.

Nonostante l’importanza che il public speaking assume nell’era moderna, nella quale la comunicazione è alla base di una vita sociale e lavorativa soddisfacente, un’alta percentuale di persone ammette di provare timore e ansia quando si trova a dover parlare in pubblico, tant’è che da un’indagine statistica condotta da YouGov UK risulta che la paura del public speaking si colloca al terzo posto tra le fobie più diffuse al giorno d’oggi tra le persone.

Che si tratti di una cena di lavoro, di una presentazione aziendale, di un meeting, di un colloquio di lavoro o quant’anche il parlare in pubblico si esplichi in una situazione afferente alla vita privata moltissime persone presentano le tipiche manifestazioni legate a questa fobia. Ansia, mani sudate, parole bloccate in gola che rendono la propria performance non ai livelli richiesti che però potrebbero assolutamente essere raggiungibili con un po’ di impegno e volontà.

Le persone che hanno paura di parlare in pubblico, spesso credono che chi oggi è un eccezionale oratore, abbia acquisito questa qualità in modo innato. Non è assolutamente così, la capacità di parlare in pubblico può essere acquisita e migliorata da tutti, basta prendere coscienza delle proprie capacità, avere voglia di migliorare e rivolgersi a professionisti specializzati nel trattare con questo specifico problema.

Il primo passo da fare è capire fino in fondo l’importanza del public speaking, solo così si otterrà piena consapevolezza del fatto che, al giorno d’oggi, la capacità di parlare in pubblico è un qualcosa con cui dobbiamo confrontarci quotidianamente e si avrà in questo modo un maggior incentivo ad attuare una strategia vincente e risolutiva.

Ecco 10 buoni motivi per imparare a parlare in pubblico:

1. Parlare in pubblico: far leva sulla forza impattante delle parole e del linguaggio del corpo

Che dir se ne voglia, spesso ciò che diciamo con le parole si discosta da ciò che trasmettiamo con il linguaggio del corpo. Imparare a parlare in pubblico permette di allineare i due mezzi di comunicazione, far trasparire una maggiore sicurezza rendendo più incisivo il messaggio che vogliamo trasmettere al nostro pubblico permettendoci di raggiungere gli obiettivi prefissati. E’ necessario conquistare la fiducia della platea a cui ci rivolgiamo e ciò è possibile grazie a un saggio uso delle parole unito a un linguaggio del corpo coerente con ciò che diciamo.

2. Esigenze di comunicazione. Parola d’ordine: farsi notare

Nell’era della comunicazione digitale, bombardati ogni giorno da immagini, testi e contenuti video, riuscire ad emergere e farsi ricordare è molto più difficile che in passato quando era facile spiccare nel mucchio. Il face to face resta ancor oggi il metodo migliore per essere incisivi.

Esporsi, come si suol dire ”mettendoci la faccia” argomentando con arguzia una presentazione aziendale dal vivo o in video conferenza offre più chance di catturare l’attenzione del cliente, stimolare la sua attenzione e soprattutto… farsi ricordare quando per il cliente arriverà il momento di scegliere tra noi e la concorrenza. C’è bisogno di persone che non abbiano paura di mostrarsi in pubblico e che sappiano comunicare in modo semplice ed efficace.

3. Migliorare l’autostima e fare carriera

Essere in grado di gestire efficacemente una platea di persone, oltre ad essere un’esigenza ai fini professionali, permette di ottenere dei benefici anche per la nostra crescita personale. Parlare in pubblico permette di migliorare la propria autostima rendendo la persona cosciente delle proprie capacità testando i propri limiti e incentivandola a superarli. Il public speaking permette di migliorare la chiarezza espositiva e le proprie doti comunicative e persuasive. Tutto ciò ha un riflesso anche sul piano lavorativo, accelerando l’ascesa professionale.

4. Dare maggior valore a progetti, idee e opinioni

Spesso ottime idee e progetti vengono bruciati da una presentazione che non riesce a lasciare il segno. Progetti ottimi, spesso più di altri che invece vengono approvati, la cui l’esposizione lascia però a desiderare. Un incedere incerto, tentennamenti, emozione possono giocare brutti scherzi. Pertanto, il saper parlare in pubblico è qualcosa che al giorno d’oggi è fondamentale. La migliore idea verrà scartata se non accompagnata da una presentazione valida e accattivante.

5. Migliorare la propria capacità comunicativa

Il fraintendimento è sempre dietro l’angolo, comunicare in modo corretto ed efficace è un’esigenza di sopravvivenza in tutti i contesti. Un errore di comunicazione può costare caro, un progetto che non va in porto, un’idea bocciata in una riunione di lavoro e tutto il tempo investito è tempo sprecato! Spesso, un ottimo lavoro non è accompagnato da una comunicazione efficace, chi illustra si sente non capito dalla sua platea ma forse il problema non è del suo pubblico ma del suo modo di veicolare l’informazione.

Più si parla in pubblico più si acquista familiarità e disinvoltura, padroneggiando il linguaggio nella maniera più chiara e semplice da comprendere anche a chi magari rientra tra i ”non addetti ai lavori”. Infatti, non sempre un linguaggio prettamente tecnico è la scelta giusta, saper comunicare, riuscire a parlare in pubblico è anche riuscire a far comprendere dei concetti difficili a chi non è padrone della materia.

6. Migliorare le capacità interpersonali e relazionali

Chi per motivi di lavoro si è visto costretto ad imparare le tecniche del public speaking, spesso è la stessa persona che ad una festa raramente si annoia, anzi, è quasi impossibile in quanto in genere è la medesima persona che anima la festa, che riesce a tenere conversazioni brillanti e risultare una persona interessante. Se la timidezza per alcuni ha il suo peso, per altri la propria capacità oratoria è stata la molla che ha permesso di vincerla e migliorare i propri rapporti interpersonali e relazionali grazie al public speaking.

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7. Raggiungere obiettivi di vendita prefissati

Se è vero che il venditore stile televendita non è molto gradito al consumatore che lo considera poco sincero, c’è da dire però che se le televendite continuano ad esistere un motivo ci sarà! L’effetto delle parole e dell’eloquio del venditore continua a funzionare. In un mercato dove l’offerta è talmente vasta da confondere il potenziale cliente, il bravo venditore non può limitarsi solo a proporre un prodotto valido, ma deve riuscire a vendere, a vendersi e a creare relazioni e affinché tutto ciò sia possibile è necessario avere buone capacità di parlare in pubblico.

8. Dare il meglio di se quando si sostiene un esame

Sin da bambini, con le prime recite scolastiche ci si trova ad affrontare il pubblico, che chi da subito reagisce positivamente e c’è chi cala già il sipario sul parlare (serenamente) in pubblico. Il problema, terminate le recite scolastiche, si ripresenta agli esami che siano di maturità o universitari o di qualsiasi altro genere il risultato non cambia, per non parlare poi della prima vera esibizione da solisti… la discussione della tesi di laurea. Ansia, panico e disperazione.

La conoscenza della materia purtroppo spesso non basta, perché è necessario riuscire a trasmettere a chi valuta la propria conoscenza e competenza. Chi è bravo con le parole riesce a mettere a frutto anche le nozioni che non ha acquisito alla perfezione, chi invece è davvero preparato a volte rischia di non fare una performance brillante perché non abbastanza pronto ad affrontare il pubblico.

9 . Brillare in un colloquio di lavoro

Gli esami, si sa, non finiscono mai e ogni colloquio è un esame vero e proprio. Il tempo è poco ed è necessario sfoderare tutto il proprio fascino professionale in pochi minuti, incuriosire il recruiter cercando di spingerlo ad andare oltre la prima pagina del vostro validissimo CV. In quei minuti si gioca la vostra (probabile) carriera, la concorrenza è spietata e pertanto è assolutamente necessario sbaragliarla mostrando di essere a proprio agio nell’esporre quello che è il vostro bagaglio professionale. Saper parlare efficacemente in pubblico è vitale per la vostra carriera.

10. Dimostrare il proprio valore sul posto di lavoro

Superato lo step della discussione della tesi di laurea e dei colloqui, finalmente si possono mettere in pratica le competenze acquisite in anni di studio. L’utilità del saper parlare in pubblico non si è ancora esaurita, quotidianamente sarà necessario sfoderare le proprie capacità di public speaking. I confronti con i colleghi e il capo, i meeting, le presentazioni dai clienti, senza capacità oratorie anche l’idea più brillante rischia di essere surclassata da altre meno innovative.

Rinunciando a investire sulle capacità di public speaking si rischia vanificare il proprio talento. Si può essere tra i migliori ma non lo saprà nessuno se non si è bravi a raccontarlo.