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Collaborazione e cooperazione: la necessità per la tua azienda di far leva su entrambe
Spesso i termini collaborazione e cooperazione vengono usati impropriamente come sinonimi. In realtà, esistono delle differenze sostanziali ma entrambi i termini vanno ad identificare comportamenti del team vitali per lo sviluppo e la solidità dell’impresa.
La cooperazione implica il compimento di azioni coordinate volte al raggiungimento di un fine comune ma svolgendo autonomamente le singole attività, che come pezzi di un puzzle andranno a incastrarsi per raggiungere il risultato finale condiviso dai diversi membri. Si tratta di un insieme di processi e strategie che permettono al gruppo di lavorare insieme ma mantenendo la propria individualità professionale nettamente definita. La cooperazione è caratterizzata, generalmente, dalla presenza di un supervisore o coordinatore che tiene le fila del processo, coordina le risorse e ne risponde.
Caratteristiche della cooperazione
- Elevata interdipendenza tra i componenti e i diversi compiti
- Responsabilità di ogni singolo membro
- Co-decisione e coordinamento
La collaborazione si sostanzia nel lavorare insieme non sulla singola operazione o compito ma sull’intero lavoro e su ogni parte del processo volto a raggiungere l’obiettivo. Ogni membro segue tutte le fasi del processo e ne ha una visione di insieme. La collaborazione è l’elemento di partenza nell’avvio di un progetto, in quanto è presente già nel momento in cui si compiono le scelte e si scelgono gli indirizzi e le linee da seguire.
Per una collaborazione di successo
- L’accordo e il perseguimento di un obiettivo comune
- L’unione delle competenze individuali dei singoli membri a beneficio del team
- L’accettazione dei ruoli e l’assunzione di responsabilità di gruppo
Il Randstad Workmonitor, l’indagine realizzata nel terzo trimestre 2014 da Randstad, rileva che lo spirito collaborativo non è innato ma si sviluppa nella pratica, i datori di lavoro dovrebbero favorirlo anche attraverso adeguati strumenti che oggi la tecnologia permette, basti pensare ai casi in cui vi sono sedi aziendali distaccate, la possibilità di collaborare in tempo reale a distanza oggi è possibile e molto utile.
Le prestazioni di un team collaborativo sono migliori, pertanto incoraggiare la collaborazione anche attraverso meccanismi incentivanti che premiano il team nella sua interezza non può che migliorarne le performance a beneficio dell’intera azienda.
E’ bene cercare di lasciare sepolte nel passato le tecniche che incentivavano i dipendenti a una competizione individuale esagerata e cercare di incanalare i loro sforzi in attività che favoriscono la coesione del gruppo e del gioco di squadra.
Cooperare non è meno importante, all’interno di uno stesso progetto possono esservi fasi che vanno gestite in autonomia. Come in una catena di montaggio ogni azione è legata alla successiva, far parte di un team che crede nella collaborazione e cooperazione permette di superare le difficoltà incontrate dal singolo membro e di trovare insieme soluzioni appropriate. In questo modo è possibile ottimizzare i tempi ed essere più performanti.
Business model canvas: lo strumento di pianificazione essenziale per la tua startup
Nel ventaglio di opzioni disponibili da valutare nelle scelta del proprio modello gestionale, il business model canvas rappresenta uno tra gli strumenti più utilizzati ed efficaci scelti dalle aziende innovative.
In un precedente articolo, abbiamo imparato a conoscere il business model canvas, quale strumento strategico molto utile per organizzare l’attività aziendale, in modo visuale, veloce e intuitivo. Esso infatti permette di rappresentare graficamente, mediante blocchi funzionali, gli obiettivi primari dell’azienda, individuare i problemi di rilievo, predisporre le strategie di marketing e avere tutto sotto controllo in un colpo d’occhio.
L’utilizzo di uno strumento visuale nell’organizzazione aziendale favorisce l’innovazione. Pianificare la strategia attraverso il business model canvas consente di trasformare gli elementi e le funzioni vitali dell’impresa in punti focali, permettendo così di individuare nell’immediato l’eventuale necessità di un cambio di rotta e di capire cosa ha dato origine ai problemi riscontrati.
Uno strumento grafico permette di individuare la forza attuale dell’impresa e stimare dove potrà arrivare in un futuro, nonché il percorso necessario per raggiungere il proprio obiettivo.
Il business model canvas rende possibile l’innovazione in quanto permette di passare dalla fase ”in teoria” alla fase di realizzazione e pianificazione, individuando i punti di forza e di debolezza dell’impresa e le relazioni tra le diverse componenti aziendali.
Quali sono i maggiori vantaggi derivanti dall’utilizzo del business model canvas?
- Velocità e focalizzazione della value proposition. Lo strumento consente il modello di business in modo grafico e intuitivo, accorciando notevolmente i tempi di redazione e di esposizione. Il suo schema a blocchi consente la focalizzazione dell’attenzione sugli elementi essenziali e soprattutto sulla value proposition, tenendola sempre fissa al centro dell’attenzione. In questo modo non c’è possibilità di allontanarsi dagli obiettivi aziendali ed possibile individuare nell’immediato eventuali deficit funzionali, di risorse o di canali di sbocco.
- Efficacia e leggerezza. Per una startup dimostrare il proprio potenziale innovativo ed evidenziare in modo efficace i punti su cui far leva è fondamentale per ottenere i finanziamenti necessari al suo sviluppo. Avvalendosi di un business model canvas, la presentazione aziendale diviene più leggera e dinamica e l’attenzione degli investitori viene catalizzata sui punti di forza dell’impresa, senza annoiarli in lunghe esposizioni che rischiano solo di disperdere l’informazione e l’interesse dei finanziatori.
- Scenari alternativi. Nella definizione del proprio modello di business il brainstorming porta ad un flusso intensivo di proposte ed idee, attraverso lo strumento grafico rappresentato dal business model canvas è possibile fissare velocemente ed efficacemente gli interventi dei partecipanti e definendoli nel dettaglio per ogni singolo blocco funzionale. Si avrà pertanto una visione di insieme dei componenti strategici e delle ipotesi attuative permettendo di individuare le soluzioni migliori e di apportare immediatamente le modifiche necessarie avendo a disposizione diversi scenari completi.
Modelli di business: come il digitale ha cambiato il modo di fare impresa
E’ stato creato un buon prodotto e la nostra azienda è valida e solida ma se non siamo capaci di adattarci al cambiamento, crescendo e rinnovandoci con esso, siamo destinati a soccombere.
L’avvento dell’era digitale ha visto nascere numerosi modi di fare impresa, abbiamo assistito al proliferare di modelli di business web-based, e-related e click-and brick per citarne alcuni, che indipendentemente dalla loro validità hanno portato ad uno stravolgimento nell’organizzazione aziendale e nel modo di affrontare il mercato competitivo.
Per quanto internet sembri rappresentare la chiave di volta dell’economia e un’innovazione stravolgente quanto necessaria, il vecchio modo di fare impresa non è del tutto da cestinare.
Del resto, anche in ambito web, seppur con delle diversità, restano sempre fondamentali gli elementi su cui un’impresa si fonda che rappresentano i capisaldi dell’attività aziendale, parliamo ovviamente del prodotto/servizio offerto, dell’attenzione al cliente, della strategia, dello studio e del confronto con i competitors.
Definire i modelli di business adottati dopo l’avvento di internet diventa più complesso rispetto al passato, dovendo valutare molti più fattori diversi tra loro ed essendo sorte tipologie di imprese che difficilmente si possono inquadrare nei tre settori produttivi storici, primario, secondario e terziario, più il neonato settore quaternario.
Modelli di business e settori ibridi
Oggi la maggior parte delle imprese opera in un settore ibrido, dove la componente più consistente è data dai servizi offerti, che possono essere l’oggetto primario dell’impresa o comunque un elemento, seppur secondario, di grande rilevanza.
Dal 1998, anno in cui si è data alla rete maggiore credibilità, molte aziende hanno stravolto il proprio business convinte che di lì a poco il tradizionale modo di fare affari sarebbe scomparso. In alcuni casi la troppa voglia di innovare e cambiare ha portato al fallimento, in altri casi è stato avviato un processo di cambiamento più ragionato e graduale portando alla sopravvivenza e alla affermazione dell’impresa.
Le cause concorrenti che hanno portato al fallimento sono da ricercarsi nell’approccio alla rete. Agli inizi i siti internet venivano utilizzati solo come vetrina virtuale, come fonte di informazione ”automatica” per il cliente alleggerendo le procedure informative all’interno dell’azienda fisica.
Purtroppo spesso i webmaster, esperti in programmazione ma carenti in competenza in merito ai processi aziendali, non erano in grado di soddisfare le esigenze strategiche e di marketing dell’impresa, e da parte dell’impresa mancava la capacità di guidarli sotto questi aspetti in quanto si trattava di un mondo ancora inesplorato.
Chi si lanciò nell’e-commerce invece non aveva idea di quanto complicato fosse gestire la logistica e della necessità di integrare nei sistemi gestionali i processi aziendali interni con quelli legati al negozio online.
In poco tempo però si riuscì ad arginare le problematiche emerse e si migliorò velocemente per colmare le carenze. I modelli di business che nacquero allora sono validi ancor oggi, essendo molto più agili e flessibili, con processi che prevedono la possibilità di apportare migliorie senza però andare incontro agli alti costi legati al cambiamento che una struttura rigida presenta.
L’area di People Management in un contesto dove la rete domina il mercato deve accogliere nuove figure specializzate sul marketing non tradizionale e puntare molto sulla customer satisfaction.
5 azioni per migliorare l’ambiente di lavoro e motivare il tuo team
Una persona felice è un collaboratore felice. Migliorare l’ambiente di lavoro e rendere più facile la vita dei membri del proprio team incrementa la loro motivazione con notevoli benefici per l’attività aziendale.
In un precedente articolo abbiamo visto come nuove modalità di svolgimento della prestazione lavorativa possano migliorare le performance del lavoratore e dell’impresa, rappresentando un equo compromesso tra la vita privata e la produttività sul lavoro. Purtroppo, però, lo smart working non è applicabile ad ogni mansione e tipologia di lavoro, pertanto, per queste categorie, è necessario individuare un’altra soluzione.
La motivazione e la felicità sul luogo di lavoro sono elementi essenziali affinché il lavoratore possa svolgere con serenità la propria mansione lavorativa infondendo il massimo impegno. Tra i fattori che minano la motivazione vi è l’impatto che lo svolgimento del lavoro ha sulla qualità della vita del dipendente.
Come è possibile per il datore di lavoro rendere l’ambiente lavorativo idoneo a favorire la motivazione nel proprio team?
1. Organizzare gli orari di lavoro in maniera flessibile.
La flessibilità è una dote che spesso le aziende richiedono al lavoratore ma sembra purtroppo essere una richiesta che manca di reciprocità. Pertanto il lavoratore viene chiamato a prolungare la sua prestazione lavorativa o in alcuni casi ad abbreviarla solo in funzione dell’attività aziendale, in relazione a picchi e cali di lavoro.
Non dimentichiamoci però che il rischio di impresa è a carico dell’imprenditore e per i periodi di maggior lavoro deve prevedere l’inserimento di nuovi collaboratori e nei periodi di calo organizzare le attività senza influire sulla vita del lavoratore. Inoltre, sarebbe equo mostrare una certa tolleranza sugli orari anche quando è il lavoratore a manifestare un’esigenza non prevedibile e in ogni caso temporanea.
2. Fornire ai lavoratori strumenti idonei e professionali per eseguire il proprio lavoro.
Gli strumenti utilizzati nello svolgimento del proprio lavoro non sempre sono all’avanguardia, senza esagerare certamente non si pretende di avere l’ultima versione di un software o l’ultimo modello di un pc, del resto però l’età della pietra è superata! Esistono sistemi gestionali pensati per gestire al meglio le attività aziendali e pure ci si ostina in alcuni casi, per poca voglia di investire o timore delle economie di apprendimento a usare dei software che hanno fatto storia ma che ora sono alquanto superati.
Il lavoratore si trova così a svolgere il proprio lavoro con il computer che si blocca e ad impazzire nella ricerca di informazioni per via del sistema di archiviazione obsoleto.
3. Incentivare il lavoratore con premi e percorsi di carriera definiti.
Per quanto possa piacerci la nostra mansione e sentirci già soddisfatti, il desiderio di evolvere è insito nella natura dell’uomo che desidera avere sempre di più, non solo per quanto riguarda il corrispettivo economico ma anche sotto l’aspetto professionale, per la propria realizzazione.
Creare dei percorsi di carriera chiari che lo rendono possibile è un incentivo notevole così come veder riconosciuto il proprio impegno attraverso dei premi.
4. Sostenere il lavoratore e la sua famiglia.
Rendere più facile la vita del lavoratore fuori dal contesto strettamente lavorativo non è solo favorevole all’azienda per quanto riguarda il prestigio aziendale, ma anche sotto l’aspetto delle performance del lavoratore.
Se si è più tranquilli su dei temi quali la salute ad esempio o la scuola dei figli si riesce a lavorare meglio. Seppur il welfare dovrebbe essere materia statale, quando tutto manca, anche le aziende possono fare la la loro parte mediante la creazione di asili aziendali, ad esempio, oppure mettendo a disposizione del lavoratore un’assicurazione integrativa.
5. Offrire un ambiente di lavoro piacevole e sano per i momenti di pausa.
Durante lo svolgimento dell’attività lavorativa vi sono delle interruzioni programmate, come la pausa pranzo, ad esempio, e quando necessario, il dipendente può concedersi una pausa caffè.
Rendere gli spazi dedicati a questi momenti, arieggiati e luminosi, permette al lavoratore di staccare davvero per quei pochi minuti e ricaricarsi. Dove presente una mensa aziendale, proporre un menù sano ed equilibrato, rende il lavoratore più attivo e in salute.
Fonte: ”Qualità della Vita in Azienda, Motivazione e Welfare: gli elementi chiave del futuro di una PMI Italiana” (Sodexo)
Il ruolo della struttura organizzativa per lo sviluppo dell’innovazione
Creare valore in un contesto altamente innovativo rappresenta un’ardua sfida per il management aziendale. La struttura organizzativa riveste un ruolo di fondamentale importanza.
La struttura organizzativa dell’impresa, nell’ottica delle dimensioni e dell’organizzazione interna riveste un ruolo primario nello sviluppo innovativo, in quanto essendo un elemento cardine e duraturo nella vita aziendale ogni decisione va ponderata tenendo conto dell’evoluzione futura.
I cambiamenti che l’impresa, a seguito di processi innovativi, si troverà ad affrontare si rifletteranno su ogni funzione aziendale, dunque, tanto più flessibile sarà l’organizzazione interna dell’azienda tanto più sarà agevole rispondere e adattarsi al cambiamento.
Nelle decisioni prese in merito alla struttura organizzativa si deve valutare anche l’ambiente esterno in cui l’impresa opera, i competitors presenti sul mercato e le preferenze della clientela, tutti questi elementi possono favorire o osteggiare un processo di innovazione e gli obiettivi che l’azienda si pone.
L’organizzazione interna, essendo un elemento strutturale, sarà presente nel lungo periodo nella vita dell’impresa e se creata in modo rigido l’investimento sarà irreversibile o modificabile ad alti costi.
Qual è l’organizzazione ottimale che un’azienda operante in un contesto innovativo può e deve assumere?
Tom Burns e G.M. Stalker, studiosi e sociologi, classificarono nel loro trattato ‘‘The management of innovation” i modelli organizzativi.
Ai due estremi troviamo il ”modello meccanico” e il ”modello organico”, il primo adatto ai contesti a basso tasso di innovazione mentre il secondo idoneo per i settori più complessi, competitivi e innovativi. Ovviamente, tra i due poli vi sono diversi livelli intermedi in cui l’azienda ha libertà di definire la propria struttura organizzativa.
Il modello meccanico, si presenta con una struttura alquanto rigida, può funzionare in un contesto stabile dove vigono procedure standardizzate e definite, e dove è presente una netta linea gerarchica dove i vertici si occupano del controllo e ai dipendenti è lasciato il mero ruolo esecutivo.
Che una struttura di questo tipo sia incompatibile con l’innovazione è palese, in quanto vengono meno gli elementi essenziali che rendono possibile il processo innovativo.
Non c’è infatti interazione collaborativa tra i vari livelli funzionali e i dipendenti vengono considerati come semplici esecutori, qualora avessero delle intuizioni e delle idee migliorative in merito ai processi aziendali e ai prodotti, la struttura organizzativa non prevede la loro collaborazione sotto questi aspetti. La comunicazione avviene dalla ”cima” al ”fondo” dell’organizzazione e il viceversa non riguarda l’ambito decisionale ma solo informativo.
SviluppoStrategico è una nuova metodologia per promuovere Innovazione
Un sistema organico, invece, è flessibile e di conseguenza più idoneo a essere utilizzato in contesti altamente innovativi, caratterizzati da un’elevata concorrenza e in continua evoluzione. In questo modello, sono i dipendenti che hanno potere e controllo decisionale piuttosto che i vertici aziendali, essendo i primi che tutti i giorni si scontrano quotidianamente con le problematiche aziendali e in un ambito caratterizzato dalla velocità di cambiamento riescono a reagire e a rispondere prontamente alle mutazioni del contesto in cui l’impresa opera.
A livello comunicativo, l’informazione si muove orizzontalmente permettendo la condivisione a tutti i livelli funzionali.
Ogni dipendente è capace di osservare il quadro completo aziendale e ciò permette una reazione immediata agli imprevisti che potrebbero presentarsi.
La rigidità delle procedure e degli schemi gerarchici del modello meccanico viene meno e l’organizzazione nel suo complesso diviene più agile.
Business Model Canvas: come cambia la pianificazione strategica d’impresa
Dalle origini dell’economia moderna abbiamo sempre sentito parlare di business plan, inteso quale documento di sintesi capace di definire sotto l’aspetto economico-finanziario il progetto imprenditoriale. Il termine business plan è ormai acquisito tant’è che ci suona familiare, da un po’ di tempo a questa parte però nei contesti aziendali si sente parlare sempre più spesso di business model. A questo punto, viene da chiedersi, si usano terminologie diverse per definire la stessa pratica aziendale dando al vecchio caro business plan un tocco di modernità oppure stiamo parlando di un qualcosa concettualmente diverso e differente anche sotto l’aspetto dell’attuazione?
Per rispondere a questa domanda, partiamo col definire cos’è un business model attraverso le parole dell’ideatore del Business Model Canvas , Alexander Osterwalder:
“Il Business Model descrive la logica con la quale un’organizzazione crea, distribuisce e cattura valore.”
Pur avendo elementi in comune e scopi parzialmente condivisi, notiamo subito che a differenza del business plan il business model si focalizza sulla creazione e distribuzione del valore aziendale, descrivendo l’attività aziendale svolta a tali fini attraverso un approccio logico e intuitivo. Attraverso il secondo un’azienda mostra il suo modo di fare impresa, la sua offerta produttiva e le relazioni che tesse con fornitori e clienti, con lo scopo ultimo di massimizzazione del valore.
Man mano che viene ampliata la definizione di business model è palese che ci si allontana sempre di più dal termine business plan, quest’ultimo, in sostanza, evidenzia l’idea imprenditoriale, i tempi e le risorse finanziarie necessarie per realizzare il business model che invece si focalizza sulla pianificazione strategica. Il business plan ”quantifica” la strategia esposta nel business model.
Definendo cos’è un business model, abbiamo introdotto e aggiunto anche il termine ”Canvas”. Il business model canvas non è altro che uno strumento strategico che si avvale di uno schema grafico, molto utile per perferzionare il modello di business presente in azienda o svilupparne di nuovi.
Il business model canvas sfrutta la logica del visual thinking, permettendo di dipingere sulla tela concetti aziendali complessi rendendoli semplici attraverso l’ausilio grafico.
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Perché limitarsi al design dei prodotti quando applicandolo al business si riesce a presentare in modo facile e intuitivo la propria strategia aziendale. Del resto, anche gli architetti nella progettazione di una struttura prima di elaborarla in CAD partono da uno schizzo su carta. Avere uno schema visivo, ordinato e funzionale, permette una revisione veloce e il confronto immediato di idee con tutti gli attori del progetto.
Come è fatto un business model canvas
Il business model canvas si basa su nove blocchi visuali che sintetizzano tutti i punti chiave del processo strategico:
- Customer Segments, il target di clientela a cui l’impresa si rivolge;
- Value Proposition, la proposta di valore per ogni segmento;
- Channels, i canali per mezzo dei quali raggiungere il cliente;
- Customer Relationships, le relazioni che si instaurano con il cliente;
- Revenue Streams, i flussi di ricavi generati;
- Key Resources, le risorse chiave su cui far leva;
- Key Activities, le attività chiave per creare valore;
- Key Partners, i partners chiave di cui l’azienda intende avvalersi;
- Cost Structure, la struttura dei costi per i modello di business;
Avvalersi del Business Model Canvas è per l’impresa come un aggiornamento del sistema operativo è per un computer. Permette di essere più veloci ed efficienti stando al passo con l’innovazione, proteggersi da nuove minacce provenienti dall’esterno, ad esempio nuovi competitors, individuare nuovi possibili clienti, canali per raggiungerli e aumentare le ”prestazioni” aziendali, ottenendo un maggior valore complessivo.