Empatia, l’arma vincente del tuo business

Jeff Gothelf, da più di vent’anni coach e team leader, scrive così  dell’empatia sul suo sito “Perception is The Experience”: “Esci dal tuo spazio, dal tuo ufficio o co-working. Incontra i tuoi clienti, chiedi loro come si sentono. Ascoltali e loro lo sapranno. Li ritroverai nei tuoi prodotti e servizi.”

Con una serie di esempi descrive quella capacità di immedesimarsi in un’altra persona e comprenderne immediatamente lo stato d’animo. Un aspetto divenuto ormai cruciale, non solo per la vita lavorativa in azienda e per uno storytelling efficace del brand, ma anche per relazionarsi con i propri clienti. Dall’empatia infatti possono scaturire tutta una serie di opportunità e benefici.

Empatia: ascolto e comprensione

Empatia come punto di forza Ogni imprenditore pensa che il suo prodotto sia il migliore e che abbia tantissime qualità per arrivare al successo. Ma questo è, appunto, il punto di vista di chi fa business, non di chi decide di acquistare quell’oggetto o servizio. Capire le motivazioni dei propri clienti e le emozioni che li spingono a scegliere proprio il tuo brand è la chiave per distinguersi sul mercato. Cercare di comprendere quali siano i loro desideri e le loro esigenze può davvero fare la differenza per la tua azienda. Porsi in modo empatico nei confronti del cliente, mettersi nei suoi panni o, come dicono in America, “camminare un miglio con le sue scarpe” trasmette il messaggio che dietro il marchio ci sono delle persone vere, a cui può dare fiducia.  E che saranno pronte ad ascoltarlo.

Grazie alla tecnologia, al web e soprattutto all’avvento dei social media, un consumatore non è più una figura passiva, ma una persona con un mondo intorno che ha l’opportunità di far sentire la propria voce. Tapparsi le orecchie sarebbe non solo un grave errore, ma anche un modo per non riconoscere la necessità di un cambiamento fondamentale per restare al passo con i tempi.

L’empatia per il customer care

Empatia come punto di forza per il businessSi tende a credere che un buon customer service debba semplicemente risolvere eventuali problematiche per fornire un servizio soddisfacente. Non è così: il vero obiettivo è riuscire a offrire al cliente un’esperienza assolutamente positiva, che possa essere ricondotta al brand.

Mettersi nei panni del cliente che sta sperimentando una situazione spiacevole, inoltre, aiuta anche a svolgere meglio il lavoro, perché permette di capire più velocemente come intervenire. Non sempre però è possibile accontentare il cliente, per tutta una serie di variabili.

L’importante è però mostrargli come l’impegno e l’interesse non siano mancati, nonostante non si sia riusciti ad arrivare a una risoluzione. L’empatia quindi è una caratteristica da prendere in considerazione quando si cercano collaboratori per la propria impresa, come abbiamo già spiegato in un post precedente.

Un business che vuole essere competitivo e vincente include sicuramente l’empatia tra i suoi punti di forza.

 

Storytelling (lifetelling) e brand reputation: Amaro Montenegro docet

Business Storytelling

Ogni azienda ha una storia da raccontare…
Lo storytelling  è un metodo vincente per comunicare efficacemente e rafforzare la percezione dell’identità aziendale nel cliente, attuale o potenziale, coinvolgendolo emotivamente.

In precedenti articoli abbiamo affrontato il tema dello storytelling ed evidenziato l’importanza che questo metodo di comunicazione assume per la brand reputation e la creazione dell’engagement con il cliente.

Il business storytelling, per quanto salito alla ribalta in tempi abbastanza recenti, in realtà, è qualcosa che alcune imprese conoscono e utilizzano da tempo.

Per alcune aziende, il cui brand è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, come ad esempio Ikea e Coca Cola o Red Bull, lo storytelling è il pane quotidiano. Nelle loro campagne di comunicazione hanno scelto dei punti sui quali focalizzarsi e intorno ad essi hanno lavorato creando spot pubblicitari capaci di coinvolgere il pubblico, rafforzando ulteriormente la loro già forte presenza sul mercato.

Senza andare lontano però, anche in Italia abbiamo case history di successo, tra cui l’esempio di Montenegro Srl, rinomata produttrice del noto Amaro Montenegro.

Azienda storica nata alla fine del 1800, dopo la grande guerra, ha ricominciato la sua ascesa per arrivare negli anni ’80 del secolo scorso ad affermarsi stabilmente sul mercato grazie alle sue campagne promozionali che hanno conquistato il cuore degli italiani, grazie ai messaggi di amicizia, solidarietà e spirito di gruppo veicolati nei suoi spot.

L’azienda, anziché focalizzare i suoi messaggi pubblicitari sul prodotto, lo ha contestualizzato in vicende umane in cui emergono sentimenti di amicizia e unione e, ad obiettivo raggiunto i protagonisti dello spot si concedevano in premio un buon Amaro…Montenegro.

Storytelling Banner

Il messaggio veicolato si è insinuato a tal punto nella mente del pubblico da far diventare il marchio noto anche al dilà della cerchia dei consumatori del prodottoe e talvolta oggetto di qualche di un po’ di bonaria ironia nelle situazioni complicate: ”questa è una sfida da Amaro Montenegro”. Per gente comune capace di compiere eroiche gesta, insomma. Proprio come negli spot.

Per il suo 130° compleanno, Amaro Montenegro, ha deciso di portare nei suoi spot ”eroi veri”, membri di associazioni no-profit che lottano ogni giorno per la protezione dell’ambiente, delle persone e degli animali.

Questo è stato il salto che ha permesso allo storytelling di evolversi e diventare un racconto di vita reale. Lo spot ha donato visibilità agli enti no-profit e mostrato il loro lavoro quotidiano e attraverso un meccanismo di condivisione sui social, le organizzazione si sono aggiudicate, in base ai voti ottenuti, il contributo di 130.000 euro donato da Amaro Montenegro.

Il caso di Amaro Montenegro ci fa capire che il mondo in continua evoluzione richiede cambiamenti anche nelle strategie aziendali. Lo storytelling seppur è stato e continua ad essere uno strumento efficace per l’engagement con il cliente e lo guida verso il nostro brand nelle sue scelte di acquisto, si è arrivati al punto in cui è necessario che diventi più concreto e aperto, sopratutto utili in altri meritevoli ambiti.

L’iniziativa di Montenegro ha avuto un successo doppio, rivelandosi un toccasana per le casse delle associazioni coinvolte, spesso troppo vuote, ma anche per il brand promotore, che ha saputo rafforzare i valori su cui da sempre fa leva, migliorando la relazione con i clienti e acquisendone di nuovi, creando un beneficio di lungo periodo.

Green Communication: il ruolo dello storytelling nella sostenibilità aziendale

green storytelling, paesaggio

 

Il business storytelling quale mezzo di comunicazione di impatto per veicolare la filosofia green aziendale

 

La popolazione vegetariana e vegana è in continua crescita. Solo in Italia, secondo i dati dell’indagine Eurispes,  per il 2017 si stima che coloro che non consumano né carne né pesce siano circa l’8% della popolazione.

A questo punto ti starai chiedendo…

Cosa c’entra la popolazione vegetariana in Italia con il titolo di questo articolo? In realtà, una presenza importante di persone vegetariane e vegane nel nostro paese ha il suo peso anche per quanto riguarda la Green Communication attraverso lo storytelling.

L’essere  vegetariani è una filosofia di vita che parte dalla tavola ma tocca tutti gli ambiti della vita umana.  Chi è vegetariano o vegano, generalmente è una persona attenta alla salute propria e dell’ambiente che vive e lotta per un mondo green, consuma servizi e acquista prodotti di aziende che condividono la sua ideologia.

Corso di Business Storytelling

Ovviamente,  non sono solo i vegetariani a prestare attenzione all’ambiente ma se fai conto che già essi sono nel nostro paese un numero abbastanza consistente, potrai renderti conto facilmente di quanto importante sia per la tua brand reputation avvalerti dello storytelling al fine di comunicare l’impegno della tua azienda per il rispetto dell’ambiente. 

La sostenibilità ambientale è un tema molto caro alle persone, nonché potenziali clienti. Quando si parla di sostenibilità  il messaggio raggiunge la massa, non si tratta più di una piccola nicchia di persone, l’interesse per la tutela ambientale è frutto di un cambiamento di mentalità e sfruttare  questa scia può fare la differenza tra la tua azienda e la concorrenza.

Guadagnati la stima della tua audience

Usa lo storytelling per raccontare ai tuoi clienti e potenziali tali il tuo impegno per l’ambiente, per la salute del mondo e delle persone.

Rendi partecipe il tuo pubblico della cura che fondi nella scelta delle materie prime che devono essere di qualità ma allo stesso tempo anche frutto di un lavoro senza sfruttamento.

Fa in  modo che il tuo racconto sia veritiero e trasparente. Narra del tuo attivismo in ambito green in modo da generare un ricordo positivo nel cliente, la sua mente lo richiamerà  al momento opportuno.

Devi suscitare emozioni positive, legando il tuo marchio all’impegno per l’ambiente che il tuo cliente condivide con te.

Coca-Cola e gli altri…

Sono ormai tantissime le aziende, sia a livello nazionale sia internazionale, che puntano decise sulla green communication. I consumatori sono diventati più informati e consapevoli, e prima di scegliere un prodotto o servizio cercano di capire con chi hanno a che fare, eticamente parlando.

Lo confermano le rilevazioni in tutto il mondo: gli aspetti etici , in particolare tutto ciò che riguarda gli atteggiamenti e i comportamenti delle imprese nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori, sono tra i fattori che influenzano in maniera più decisiva le propensioni d’acquisto dei consumatori globali.

Ci sono tantissimi esempi di green storytelling ben fatto (quanto sia veritiero è un altro discorso – ndr) a livello planetario. Uno dei precursori in tal senso è certamente Coca-Cola, che già da anni ha fatto del suo sito un vero e proprio magazine, con all’interno una sezione tutta dedicata alle iniziative green e agli obiettivi raggiunti in tema di tutela ambientale.

Business Storytelling: i 5 ingredienti che rendono la tua storia di successo

business storytelling, macchina da scrivere vintage

La qualità per un brand è fondamentale ma al giorno d’oggi non basta più. Il mondo contemporaneo ha brama di esperienze vissute, di racconti ed emozioni.

Attraverso il business storytelling la tua azienda avrà modo di raggiungere il target attraverso un processo che veicola valori. Fare storytelling è ciò che permette al tuo brand di trasformare il mero messaggio commerciale in qualcosa di più profondo.

Attraverso la narrazione è infatti  possibile perseguire il proprio obiettivo strategico parlando ai clienti, attuali e potenziali, in una lingua che loro conoscono e pertanto sarà più semplice e diretto imprimere un ricordo duraturo che la loro mente richiamerà nel momento in cui si troveranno a compiere delle scelte di acquisto.

Con il business storytelling, non ti limiti a raccontare una storia, stai applicando una strategia attraverso l’inbound marketing, il tuo racconto deve si intrattenere il pubblico e non annoiarlo ma deve sfruttare la narrazione in modo tale da informare ed emozionare attraverso una comunicazione efficace.

 

Ci sono dei punti essenziali da rispettare affinché il business storytelling possa raggiungere gli obiettivi prefissati, 5 ingredienti che non possono mancare…

 

 1. Fiducia

Chi ascolta la tua storia deve aver fiducia nel narratore. Se ti stai rivolgendo a clienti che già conoscono il tuo brand il tuo messaggio mira a rafforzare la concezione  che essi hanno della tua azienda.  Se ricorri allo storytelling al fine di ampliare il tuo target, il tuo messaggio dovrà essere ancora più incisivo e accattivante affinché il potenziale cliente sia attratto ad ascoltare la tua storia, alla fine della quale dovrà essere persuaso che del tuo brand ci si può fidare.

 

2. Relazione emozionale

Affinché una storia venga ricordata bisogna che si sviluppi in modo tale da toccare la sfera emozionale. Non c’è narrazione che possa definirsi grande che non si basi sulle emozioni. Utilizza nella tua storia tensione e mistero, conflitto e soluzione, fa in modo che chi ascolta possa immedesimarsi soffrire e gioire con te. Riuscire a fare in modo che il pubblico si identifichi nel racconto ti permetterà di creare una relazione speciale con esso.

 

Per  saperne di più e imparare a rendere reale e vicina al cliente la tua azienda attraverso le emozioni…

Corso di Business Storytelling

3. Semplicità

Evita  giri di parole troppo complessi e articolati. La miglior caratteristica di una storia è la semplicità. Elimina tutto ciò che non è strettamente legato al tuo obiettivo strategico, rendi forte la tua storia dandole un taglio semplice e fruibile toccando i punti cruciali e facendo leva sulle emozioni.

 

 

 4. Personalizzazione

Chi ascolterà la tua storia vorrà darle un significato personale, usando una chiave di lettura che rispecchia il suo modo di essere. Comunica il tuo messaggio ma lascia la possibilità al tuo pubblico di trarre la sua morale rivisitata, lascia un finale aperto. Guida il tuo target in modo che spossa spaziare entro determinati confini ma lascialo libero di muoversi e di cucirsi addosso, secondo la identità, la morale della favola del tuo business storytelling. Le persone, le aziende non sono codici a barre c’è bisogno di definire un’identità univoca.

 

5. Familiarità e immedesimazione

La tua storia deve essere unica ma è preferibile che a livello strutturale tu ti attenga a qualcosa di collaudato in modo tale che il tuo pubblico possa

riconoscere facilmente quello che sarà l’iter di sviluppo della tua storia in base a ciò che già gli è noto. Fa in modo che non manchi l’elemento innovativo e caratteristico che possa dare un taglio univoco al tuo racconto. Permetti ai tuoi ascoltatori di vivere il tuo racconto in prima persona vestendo i panni di personaggio principale.

 

L’importanza di fare un buon business storytelling

business storytelling, macchina da scrivere vintage

L’esigenza di raccontare ha radici antiche, è nata con l’uomo, quando il linguaggio verbale e la scrittura non esistevano ancora e tramite i graffiti è riuscito a colmare la necessità di narrare la sua storia. Alle persone piacciono le storie, amano raccontare, raccontarsi e immedesimarsi nella narrazione. Lasciarsi andare all’empatia assaporando emozioni.

La comunicazione e la pubblicità in ambito business non può non tenerne conto, le aziende si sono dunque evolute mettendo a disposizione delle persone i mezzi tecnologici e i canali social per soddisfare la loro esigenza di raccontare e ascoltare storie.

Oggi i graffiti preistorici sono stati sostituiti da una ”lavagna virtuale” ma l’idea di fondo non è cambiata, le aziende hanno individuato un bisogno e ne hanno fatto un business di successo fornendo  alle persone un modo per condividere la loro storia e lasciare un segno nel tempo.

Corso di Business Storytelling

Su questa scia emotiva si è cominciato a comprendere la necessità di costruire un’identità aziendale capace di legare univocamente il proprio brand non solo al noto concetto di qualità ma anche alla propria storia. Le aziende hanno intuito che raccontarsi ai propri clienti è un modo per essere più reali e vicine ai consumatori creando con loro un legame, un dialogo emozionale.

Attraverso il business storytelling le aziende hanno trovato il modo di connettersi con i propri consumatori, di entrare nella loro vita attraverso strade secondarie che permettono però di imprimere in loro un segno più profondo e duraturo. Una storia si legge, si ascolta e viene raccontata ad altri, condivisa.

Il mercato globale ha permesso di avere a portata di mano, o meglio a portata di click qualsiasi cosa desideriamo, l’offerta è talmente ampia e variegata che tra vendere il miglior prodotto in circolazione non basta più, non basta neanche pubblicizzarlo in maniera efficace. Proviamo a fare un gioco, pensando al vostro ultimo acquisto, qualora

vi venisse chiesto di fornire le motivazioni che vi hanno spinto ad acquistare esattamente quel prodotto cosa rispondereste? In tanti sulla scia della ragione direbbero, è il migliore, ha un buon rapporto qualità prezzo …e poi? Tra tutte le possibili combinazioni di pari utilità come avete fatto a scegliere proprio quel brand? Sicuri si tratti di una scelta razionale?

Storytelling e neuromarketing

Numerosi studi di Neuromarketing sostengono che il processo decisionale in realtà funziona all’inverso rispetto a ciò che avverrebbe seguendo una logica razionale, ossia la scelta del prodotto/servizio sarebbe fortemente condizionata dall’impulso, dalle emozioni, in parole povere andremmo dove ci porta il cuore e solo successivamente il nostro cervello fornirebbe una giustificazione logica all’acquisto.

In pratica la quasi totalità delle nostre decisioni di acquisto sarebbero dettate dal subconscio e le effettueremmo lasciandoci guidare dalle emozioni. Da qui l’importanza per le aziende di comunicare attraverso un potente mezzo: il business storytelling.

Il consumatore bombardato da un’infinità di messaggi promozionali sulle tipologie di prodotti più disparate comincia a temere il momento della scelta, vorrebbe essere aiutato, guidato nella scelta e il modo migliore per accontentarlo è posizionare il nostro brand nella sua mente prima ancora che si trovi nella posizione di dover scegliere tra il nostro e quello dei concorrenti.

Se lo storytelling è stato fatto bene il cliente non sceglierà il nostro prodotto perchè lo ritiene il migliore o il più economico, lo sceglierà perché è il nostro!  E con noi che il cliente ha un rapporto particolare, amichevole. Conosce che visione abbiamo del mondo, la nostra filosofia, sa perché abbiamo maturato delle scelte, gli abbiamo permesso di entrare nella nostra famiglia condividendo con lui la storia della nostra azienda. Il consumatore sceglierà noi perché è con noi che ha condiviso emozioni.

Business Storytelling: Racconto e identità

Storytelling e identità

Storytelling e identità

Al cuore del racconto d’impresa c’è l’identità. Si tratti del racconto costruito intorno a una specifica iniziativa o prodotto o all’azienda stessa, l’obiettivo principale di un simile racconto è trasmettere un’identità. Questa centralità deriva dal semplice fatto che stabilire un’identità consente di innescare meccanismi di coinvolgimento, confronto e costruzione di identità nei destinatari del racconto.

Un processo autonomo di autodefinizione

Per afferrare molte peculiarità e implicazioni di ciò che oggi indichiamo con l’espressione “storytelling d’impresa/Corporate storytelling” è utile notare che la costruzione di racconti attorno a marchi e persone è cosa antica. Nomi come Chanel, Ferrari, Lacoste e via elencando sono elementi/personaggi dell’immaginario diffuso e citarli evoca interi mondi, a loro volta composti di immagini e racconti, mondi ai quali noi stessi, in qualche modo e ognuno a proprio modo, abbiamo partecipato/partecipiamo. Il punto da afferrare che la definizione dell’identità tramite racconti in quei casi è stato un processo sviluppatosi nel tempo e basato sui risultati raggiunti. Forzando leggermente i termini, possiamo dire che siamo di fronte a identità definite dal riconoscimento altrui dell’eccellenza e della specificità attraverso accumulo ed elaborazione esterna, largamente incontrollata dal soggetto. E questo nonostante a posteriori, come dimostrano i tanti racconti sulle loro vicende, possedessero tutti gli elementi per generare autonomamente il racconto di sé.

Ecco allora la differenza con tanti casi moderni: i soggetti ormai cercano di costruire e trasmettere autonomamente la propria identità, in modo da conseguire due obiettivi importanti:

  • consentire il controllo sulla propria rappresentazione (interna o esterna a seconda dei casi);
  • utillizzare (il rispetto de) la propria identità come criterio di coerenza per le proprie iniziative e scelte.

La sfida del corporate storytelling

Detto in maniera grossolana, lo storytelling d’azienda nasce  come disciplina, dalla necessità di aziende e individui di gestire autonomamente (nei limiti del possibile, si intende) l’identità propria e delle proprie iniziative. Il suo affermarsi discende dalla presa d’atto che l’identità è un catalizzatore di legami, soprattutto emotivi, e che un’identità efficace, se prima costituiva un vantaggio competitivo, ormai è diventata una requisito minimo per l’efficacia di una proposta.
Si noti che, il concetto di identità di cui stiamo parlando non è una mera raccolta di specifiche o un insieme di dettagli materiali. Non è nemmeno la bontà/qualità tecnica di un prodotto. È un insieme di valori che, nel caso di un prodotto, guida ad esempio le scelte sulla filiera produttiva. L’identità non è scegliere una materia prima a bassa impronta ambientale per un capo di abbigliamento, ma l’insieme di valori la cui realizzazione comporta (necessariamente!) la scelta di una materia prima a bassa impronta ambientale.
Che si tratti di un’idea, di una linea di prodotti, di una visione aziendale o di se stessi, definire un’identità apre le porte al confronto, e quindi al coinvolgimento, spostando l’interazione da un mero rapporto strumentale (es.: utilizzo uno status-symbol per segnalare l’appartenenza a una comunità o classe sociale) a un rapporto di partecipazione (faccio una certa scelta perché condivido certi valori).
Il gioco si sposta quindi su un piano più astratto ma che coinvolge profondamente l’interlocutore, poiché gli chiede un investimento non più semplicemente economico, ma esistenziale.
E questo aspetto ha naturalmente anche rischi specifici per chi intenda costruire la propria identità, riassumibili nei concetti di trasparenza, consapevolezza e coerenza.

Costruire l’identità

L’identità è il risultato di un processo al quale lo storytelling partecipa non solo nella fase di condivisione ma anche di costruzione. Sebbene infatti sia importante mantenere distinti i due concetti (identità e racconto), quello che effettivamente si richiede come risultato di quel processo, nel contesto sopra delineato, è un racconto capace di trasmettere l’identità (dell’idea, del prodotto, dell’iniziativa, della persona, eccetera).
Il punto che però ci preme sottolineare è che la fase di elaborazione è fondamentale non solo in quanto funzionale alla definizione del racconto, ma perché mette alla prova proprio quell’identità che vogliamo condividere. Questo perché costruire il racconto impone di sviscerare gli elementi costitutivi dell’identità, sfidarne le specificità, il ruolo e l’importanza rispetto ai destinatari del racconto. Detto altrimenti: costringe non solo a chiarire che cosa per noi costituisce l’identità, ma come questa si colloca nel mondo dei destinatari del racconto. Un racconto (del tipo che qui consideriamo) non è mai un racconto “per tutti” e per lavorare efficacemente dobbiamo essere consapevoli del mondo dei destinatari. D’altra parte, l’incapacità di costruire un racconto valido indica spesso la debolezza non tanto del processo di (messa in) narrazione quanto dell’identità che intendiamo valorizzare.
In questo senso, quindi, lo storytelling è anche un formidabile strumento di validazione che consente di intercettare le debolezze di un’idea già nelle sue prime fasi, offrire spunti per i miglioramenti necessari e, in casi estremi, evitare lo spreco di risorse derivante dal continuare a lavorare a un’idea troppo debole.

In conclusione, abbiamo visto come lo storytelling sia uno strumento necessario alla condivisione dell’identità e la sua importanza come processo di validazione nelle fasi di definizione di un’idea.

Vuoi saperne di più?